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Lo scopo di questa pagina, è quello di fornirvi un sintetico excursus che vi guiderà attraverso alcuni dei luoghi più caratteristici del Carso e dell’area litoranea di Trieste. Questa piccola porzione di territorio a cavallo tra l’Italia e la Slovenia, ormai senza più l’ostacolo del confine, presenta un’irripetibile concentrazione di luoghi di interesse storico, naturalistico e culturale, con il valore aggiunto rappresentato dalla compresenza di due etnie, quella slovena e quella italiana, che convissero per secoli sotto lo scettro dell’impero asburgico e che da ora in poi convivranno sotto l’egida dell’Europa senza frontiere. Questa incredibile varietà dell’offerta locale saprà senz’altro soddisfare anche i turisti più esigenti...allora non ci resta che partire...e naturalmente...buon viaggio!

 
Gio 12 Dic 20:39  
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I nostri itinerari partono da Contovello (sl. Kontovel – a pochi minuti dall’uscita “Sgonico” dell’autostrada A4), un accattivante borgo che sorge sul ciglione carsico, da cui possiamo godere di un suggestivo panorama del Golfo di Trieste che si estende ai piedi dell’altipiano calcareo. Il caratteristico paesello è stato in passato strettamente legato al mare e parte dei suoi abitanti si sosteneva con la pesca. È interessante notare come il litorale che va da Sistiana a Barcola fu in passato l’unico tratto di costa adriatica etnicamente sloveno.
 
 

I suoi pescatori rifornivano quotidianamente i mercati di Trieste con i frutti del loro spossante lavoro: pesce azzurro e, una volta all’anno, persino tonni. La sua irripetibile posizione panoramica sul golfo triestino ha probabilmente dato origine alla falsa etimologia secondo la quale il nome del paese deriverebbe dall’espressione “contare le vele”, laddove la vera etimologia del toponimo non è stato ancora adeguatamente spiegata. I dati attestano comunque che nel 1413 la zona venne colonizzata da contadini sloveni che si insediarono, su invito del consiglio del comune di Trieste, e formarono il nucleo della futura Contovello (nominata per la prima volta nel 1446 col il nome di Contouel) intorno al castello di Moncolano (Turn Prossech).

 
 
Se scegliamo Contovello come nostro punto di partenza per un’interessante serie di escursioni nei dintorni possiamo trovare un buon alloggio presso la struttura ricettiva Residence Kontovel Strada del Friuli 523, dove il turista può trovare una confortevole sistemazione in appartamenti dotati di tutti confort autonomi ma serviti contestualmente da servizi centralizzati in una struttura multi servizio. I visitatori potranno in alternativa rivolgersi all'altrettanto noto Residence Friuli, località Prosecco 13. La struttura è composta da due appartamenti per un totale di circa 300 metri quadri e una capacità ricettiva di 28 posti letto.

Nelle rinomate trattorie di Prosecco, borgo nelle immediate vicinanze di Contovello, i visitatori potranno gustare le specialità locali. Chi vorrà rifocillarsi con un sorso di buona birra Laško, potrà fare un breve visita al Bar Buffet La Cuspide, noto punto di aggregazione dal 1995. Visitando il retroterra di Contovello possiamo addentrarci nel Carso e conoscere i suoi abitanti che nei secoli hanno saputo coltivare laboriosamente il territorio carsico, reso brullo a causa delle varie ondate dei disboscamenti. Il Carso presenta una fiorente produzione vitivinicola, alla quale si è aggiunta negli ultimi tempi anche una promettente attività olivicola.

 
 

Il territorio carsico è disseminato da grotte, frutto della millenaria erosione del sottosuolo calcareo ad opera dell’acqua. Il turista potrà ammirare un magnifico esempio di queste conformazioni con una visita alla Grotta Gigante (Jama pri Briščikih) a Borgo Grotta Gigante. L’enorme antro offre la possibilità di un’escursione della durata di 50 min. circa nelle viscere della terra. Scendendo un dislivello di 120 metri il visitatore potrà ammirare le spettacolari stalagmiti e stalattiti e rimarrà stupito alla vista della gigantesca sala centrale, che con il suo volume di circa 600.000 m3, potrebbe tranquillamente contenere al suo interno la basilica di San Pietro a Roma. Una visita al giardino botanico Carsiana di Sgonico (aperto da aprile a metà ottobre) può senz’altro contribuire alla demolizione del falso mito di un Carso “brullo ed arido”. Nel giardino sono presenti, in un tripudio di colori e profumi, più di 600 delle circa 1.600 specie botaniche presenti sull’intero territorio carsico.

Per trasformare le visite alle attrattive appena descritte in salubri scampagnate consigliamo una visita alla L.E.A. Motor Bike di Contovello che dal 1983 offre un efficiente servizio di noleggio biciclette.

E a questo punto, da Sgonico possiamo dirigerci verso quello che fino a poco tempo fa è stato il valico di San Pelagio/Gorjansko e passare in territorio sloveno.

 
 

Le nostre prossime due mete saranno i villaggi di Štanjel e Kobdilj, che distano 20 km circa dal valico.

Sulla parte antica del borgo di Štanjel (dal 1918 al 1947 denominato San Daniele del Carso) svetta l’omonimo castello. L’aspetto attuale della suggestiva costruzione di stampo barocco-rinascimentale risale alla seconda metà del XVII secolo, quando i tenutari della famiglia degli Cobenzl decisero di ristrutturare il loro antico maniero.

Nel 1988 le autorità locali sono intervenute ristrutturando parte del castello ed allestendovi quindi successivamente una mostra delle opere di Lojze Spacal (1907-2000), artista triestino che ha un posto di riguardo nella storia delle arti grafiche italiane e slovene. Dagli anni sessanta in poi le opere di Spacal (dalle iniziali pitture ad olio, passando tutte le varie tecniche fino a giungere alle grafiche contemporanee e dell’ultimo periodo) hanno fatto guadagnare al proprio autore la fama mondiale.

 
 

Ai piedi del complesso troviamo il Giardino Ferraris, un accattivante complesso progettato dall’architetto Max Fabiani (che ne curò la costruzione), ai tempi del suo mandato di podestà di Štanjel negli anni trenta. La zona verde è strutturata come una villa di campagna con giardino che comprende, oltre alle aiuole di fiori, alle piante verdi e agli alberi, alle pergole e ad un campo di bocce, anche suggestivi punti panoramici e il complesso della piscina che purtroppo risente ancora dei danni patiti durante l’ultimo conflitto mondiale.

Nella parte bassa del paese, in prossimità della linea ferroviaria, possiamo fare una visita al cimitero militare austroungarico. Il luogo in cui riposano i resti dei giovani sudditi di Francesco Giuseppe caduti durante la Grande guerra è alquanto trascurato. A loro perenne memoria è comunque conservato un grande monumento collettivo. Il complesso fu realizzato dall’architetto Joseph Ullrich, sottufficiale dell’esercito imperial-regio, con la collaborazione di Maks Fabiani.

 
 

Nella parte bassa del paese troviamo anche l'hotel Miramonti, costruito per le necessità della linea ferroviaria Trieste-Gorizia-Jesenice-Villach ed in seguito, dopo la fine della prima guerra mondiale, anch’esso ristrutturato dall’infaticabile Fabiani per ospitare i facoltosi turisti triestini. Durante la seconda guerra mondiale fu adibito a ricovero per i soldati, mentre dopo l’ultimo conflitto fu allestita al suo interno prima una fabbrica di giocattoli ed inseguito, fino al 1999, una scuola. Al giorno d’oggi la struttura è in attesa di una nuova riqualificazione.

Il tessuto urbano di Štanjel e Kobdilj è stato, come abbiamo visto, profondamente influenzato dall’opera di Max Fabiani. L’architetto, nativo di Kobdilj, è stato uno dei più importanti architetti ed urbanisti ad operare nell’impero asburgico a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Dopo il 1918 abbandonò l’insegnamento a Vienna per contribuire a ricostruire l’Isontino e il Carso martoriati dalla guerra del ’15-’18.

La famiglia Fabiani è attestata a Kobdilj dal XVII secolo. I suoi membri furono facoltosi possidenti, dediti in particolare alla viti- e sericoltura. La loro ricchezza era tuttavia legata alla vendita dell’acqua, in quanto possedevano una delle rare fonti inesauribili della zona. La residenza della famiglia, la cui costruzione è iniziata nel 1792, è con gli anni diventata una vera e propria villa di campagna, e le sue dimensioni la fanno apparire come un edificio particolarmente imponente e monumentale nel contesto di Kobdilj. Di notevole interesse anche il gigantesco gelso secolare, vero emblema della famiglia.

 
 
È ora di abbandonare, seppur a malincuore, le meraviglie di questa porzione di territorio carsico per fare ritorno a Trieste. La strada che ci porta verso la città portuale è costellata dalle "osmize", una specie di agriturismi stagionali a conduzione famigliare, dove gli avventori possono gustare affettati accompagnati da dell’ottimo vino locale. La presenza di questi esercizi, il cui nome deriva dal numerale sloveno osem, otto (tanti erano infatti dall’epoca di Giuseppe II in poi i giorni durante i quali i viticoltori potevano vendere il proprio vino sfuso -sebbene quest’usanza risale perlomeno al XVI secolo- senza vedersi tassare i profitti), viene segnalata da delle frasche di edera.

Tra i vini più rappresentativi del Carso abbiamo senz’altro il terrano, prodotto dal vitigno refosco, dal tipico colore rosso scuro, che tende al violaceo. Il terrano è infatti ricchissimo di ferro; dall’aroma acidulo e secco, è un ideale accompagnamento per le carni grasse e i formaggi dai sapori forti. È un vino corposo, mentre la sua gradazione alcolica è abbastanza bassa.

Ritorniamo ora a Contovello e da qui seguiamo la Strada di Friuli, che scende dal costone carsico in direzione di Trieste.
 
 

A metà strada possiamo ammirare il Faro della Vittoria, un’imponente colonna di marmo di quasi 70 m costruita all’indomani della prima guerra mondiale a ricordo dei marinai caduti sul mare, che assolve ancora al compito di faro per la navigazione.

Il nostro tragitto ci porta infine fino al centro stesso della città portuale, in Piazza Unità d’Italia (già piazza Grande), che è al giorno d’oggi la piazza aperta sul mare più grande d'Europa.

La piazza e gli edifici di stile prevalentemente neoclassico che la circondano su tre lati, formano un irripetibile complesso architettonico. È definita “il salotto di Trieste” in quanto intorno a lei pulsa tutta la vita cittadina. Oggi è un luogo per passeggiate, per incontri di affari, per spettacoli, celebrazioni e manifestazioni. Sulla piazza si affaccia il municipio, sede del governo cittadino (eretto nel 1875), munito di una torre campanaria, sulla quale due mori, Micheze e Iacheze (adattamento all’ortografia italiana dei nomi sloveni Mihec e Jakec), scandiscono il tempo della città con i loro rintocchi. Oltre al Municipio la piazza ospita il Fontana dei Quattro Continenti, opera del 1751, i palazzi Modello, Stratti, Pitteri, Vanoli e Lloyd.

 
 

Partendo da Piazza Unità il turista potrà quindi raggiungere in breve tempo i luoghi più caratteristici della città: la cattedrale ed il castello che svettano sul colle di San Giusto, il Teatro romano, i musei Sveviano e Revoltela, nonché i caffè storici, i vari negozi di antiquariato ed infine il lungomare, anch’esso caratterizzato da numerosi palazzi storici e dal quale si gode di una incredibile vista sul Golfo di Trieste. Da Piazza Unità, imboccando il Capo di piazza Santin, giungiamo alla suggestiva Piazza Cavana.

Il termine cavana è presente nella toponomastica di Venezia, dove l’espressione andar in cavàna significa la messa in ricovero dell'imbarcazione di lavoro, e deriva verosimilmente dalla parola capanna. Le cavàne erano infatti dei ricoveri coperti di paglia, simili a capanne. Col tempo, questo genere di ricovero venne ricavato anche nelle pareti degli edifici, sul lato prospiciente uno specchio d’acqua. Il luogo dove oggi è situata la piazza era infatti a suo tempo contiguo alla linea di costa, mentre al giorno d’oggi il mare è stato fatto arretrare di alcune decine di metri.
 
 

Vicino a Piazza Cavana i turisti stanchi e affamati potranno ristorasi facendo visita al locale El Fornel, ricostruzione reale della tipica trattoria portuale triestina, assaggiando piatti di pesce cosiddetto povero ma preparato in modo gustoso. I gestori del locale utilizzano il pescato locale per la preparazione di specialità del posto secondo le antiche tradizioni triestine.

 

Coloro che si attarderanno nel centro città potranno visitare un altro locale, unico nel suo genere, il Robe de Osmiza, dove, nella caratteristica cornice di Piazza Cavana, vengono presentati i profumi e i prodotti tipici del Carso quali il terrano, il refosco, la malvasia, i prosciutti crudo e arrosto e i vari tipi di formaggio.

 
 
 

Reduci da questo interessante ma al contempo anche spossante itinerario, possiamo decidere di pernottare in una struttura veramente particolare, l’Hotel Porta Cavana, a ridosso della bellissima Piazza Unità.

 
 

Da Piazza Cavana seguiamo il lungomare verso nord, in direzione del castello di Miramare. L’edificio in stile eclettico, originariamente denominato Miramar, è stato costruito tra il 1856 e il 1860 per volere dell'arciduca Massimiliano d'Asburgo, il futuro imperatore del Messico. Il pittoresco maniero servì per breve tempo come nido d’amore per Massimiliano e sua moglie Carlotta, prima della sfortunata avventura centroamericana dell’arciduca che si concluse con la sua fucilazione ad opera dei repubblicani di Benito Juarez nel 1867. Il castello offre la possibilità di visitare sia i suoi ambienti interni sia il grande parco adagiato sulla riva del mare che vanta numerose specie botaniche di origine tropicale.

 

I visitatori del castello di Massimiliano potranno ristorarsi presso il locale El fritolin di Barcola, un esercizio convertito di recente da distributore di benzina a… distributore di calamari.

 

Anche in questo locale sarà possibile assaggiare il pescato del golfo a prezzi popolari in vista al famoso castello di Miramare e con Trieste e i suoi dintorni per sempre nel vostro cuore...

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